lunedì 13 febbraio 2012

Ungaretti Poesie

Veglia

Il motivo occasionale d’ispirazione è la situazione in cui il poeta si viene a trovare, quando per una notte intera, all’interno della trincea, resta buttato, ossia posto lì, disteso come una cosa sul terreno, accanto al corpo di un compagno massacrato dai colpi d’arma da fuoco.
La luce pallida e fredda della luna piena illumina e trasfigura la sua bocca rimasta rigida nella smorfia della morte, con le labbra contratte che lasciano in mostra i denti.
La luce fredda della luna evidenzia l'orrore della morte.
Le sue mani gonfie e violacee hanno le dita rigide e tirate sembrano penetrare nel silenzio disperato della sua anima.
In questa situazione il poeta prova un istintivo fortissimo attaccamento alla vita tanto da scrivere lettere d’amore.
Di fronte alla precarietà della vita insorge un disperato bisogno di vita: alla morte nel suo squallore, nella sua disgustosa immagine, nella sua bestiale disumanità, si contrappone una rivolta istintiva, l’ansia di vita.

Soldati

Esprime il senso della caducità della vita: siamo fragili e precari.Mai come al fronte si percepisce la precarietà della sua: i soldati cadono sotto i colpi, come le foglie si staccano dai rami degli alberi in autunno.

S. Martino del Carso

Il motivo d’ispirazione è la visione spettrale del paese di S. Martino, dilaniato dalla guerra.
Anche questa poesia esprime una riflessione sulla guerra, sulla devastazione che essa provoca sulle cose, fuori e dentro l’anima del poeta.
Delle case, non resta che qualche brandello di muro, niente è rimasto delle tante persone che avevano con il poeta un rapporto di affettuosa corrispondenza, affinità di sentimenti e speranze.
Ma, nel cuore del poeta ognuno di loro ha lasciato un segno, e viene ricordato con una croce così che il cuore diventa un grande cimitero, ed è ancora più straziato e devastato di qualunque altro paese distrutto e bombardato, che pure conserva qualche brandello di muro.

Sono una creatura

Nell’ agosto arido, il poeta trae ispirazione dal paesaggio del brullo e pietroso Monte S.Michele: paragona il suo pianto (in un rapporto tipicamente analogico) ad una pietra del San Michele.Come una pietra è freddo, è duro, è prosciugato, refrattario ossia respinge il calore, è privo di vita.Il pianto del poeta è muto, interiore, non si vede.La ripetizione dell’avverbio all’inizio di cinque versi consecutivi costituisce una figura retorica: è l’anafora.

Gli aggettivi in realtà non sono utilizzati per definire la pietra, ma la condizione dolorosa del poeta. La parola chiave della poesia è “pianto”.
La vita è così dolorosa che la morte sembra una liberazione che si paga appunto con la sofferenza della vita stessa


Fratelli
E' la domanda posta da alcuni soldati nella notte: risuona come un'offerta di fraternità.
Nasce dalla speranza di trovare conforto.
La parola “fratelli” è pronunciata con trepidazione dai soldati che sono accomunati da uno stesso tragico destino: esprime una sorta di resistenza alla paura, allo sconcerto, allo smarrimento del presente, esprime la volontà di resistere dalla fragilità della condizione umana.
La domanda “Di che reggimento siete fratelli?” la parola “fratelli” è paragonata ad una foglia appena nata che esprime sia la forza della vita sia la fragilità della vita stessa, dell'esistenza che è precaria.
L'aria della notte è definita spasimante sia per i colpi dell'artiglieria che risuonano intermittenti sia per l'angoscia che provocano nell'animo di chi sa di poter morire per quei colpi da un momento all'altro.

La parola fratelli è un'istintiva rivolta della vita di fronte alla morte, di fronte alla fragilità alla precarietà dell'esistenza.
La poesie è composta da versi liberi, talvolta costituiti da una sola parola in cui si condensa il sentimento del poeta.
Gli spazi bianche sono la rappresentazione grafica dei silenzi a cui è invitato il lettore per meditare. Non ci sono segni di interpunzione (tranne il punto interrogativo)
Le analogie sono poste senza nessi linguistici

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